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le mante di Dharavandoo

Dharavandoo è un’isola dell’atollo di Baa, nel nord delle Maldive, non ci sono resort e villaggi ma solo poche guest house e un paio di piccoli alberghi di recente costruzione. Tutto è gestito dai locali e si nota l’impegno che ci mettono per poter offrire un buon servizio. Se siete alla ricerca del lusso e del tutto perfetto allora andate nell’isola vicina dove ci sono resort da centinaia di euro al giorno. Se invece amate le cose semplici e vi accontentate di mangiare riso, pollo, pesce, verdura e frutta, se sapete rinunciare a birra ed alcoolici, preparate la valigia perché sarete ricompensati da un mare tutto per voi e dai sorrisi degli abitanti sempre gentili e cordiali.

La specialità del mare di Dharavandoo sono le mante, ce ne sono tante, ma siamo sempre in mare, e correnti, venti, temperatura, possono cambiare e rendere la ricerca più difficile. A noi è capitato di cercarle per tre giorni di fila. Naturale che si cominciasse a perdere la speranza di incontrarle, con il rammarico per aver deluso le aspettative di quanti avevano affrontato il viaggio con l’obbiettivo di immortalare uno degli animali più eleganti e suggestivi del mare. La tenacia e la professionalità di Virgilio e Jessica, titolari del Dharavandoo Divers, alla fine hanno avuto la meglio.  Virgilio riemerge in fretta e incita tutti a prepararsi perché questa volta sotto di noi ci sono le mante, quelle grandi e maestose che nuotano tra i coralli di una stazione di pulizia per liberarsi dai parassiti. Ne contiamo una ventina tra cui cinque maschi che si esibiscono in una danza fatta di giravolte ed acrobazie. Anche i sub più smaliziati restano per un attimo rapiti da queste creature, poi tutti a filmare e fotografare, ma senza disturbare più di tanto, sono le mante che si avvicinano e si mettono in posa per lo scatto che vale una vacanza. Grazie al nitrox possiamo goderci le mante per lungo tempo e senza la corrente che caratterizza molti manta point, abbiamo avuto la possibilità di nuotarci molto vicino. Personalmente mi sono fermato a circa sei metri dallo scoglio di corallo e fermo in assetto ho aspettato che la manta si frapponesse fra me ed il sole, è stato fantastico.

   Virgilio e Jessica hanno una grande attenzione per l’ambiente, quella che tutti dovrebbero avere, e lo dimostrano non solo in chiacchiere, ma sul campo anzi sott’acqua a suon di rimbrotti ed urla. Alla fine tutti abbiamo apprezzato questo atteggiamento che speriamo sia contagioso, non nascondo di aver provato una grande ammirazione nel vedere Virgilio raccogliere i coralli spezzati per ricollocarli in qualche modo al loro posto.

Una chicca del Dharavandoo Divers è l’uso del drone con telecamera integrata. Nella vicina baia di Hanifaru le mante entrano per nutrirsi del plancton che rimane intrappolato, Jessica e Virgilio inviano il drone e se le mante sono nella baia chiamano tutti e si parte velocemente dal porto. Hanifaru è patrimonio dell’UNESCO, vi si accede solo per fare snorkeling ed il numero dei visitatori è limitato, ma si ha la possibilità di incontrare tantissime mante in acqua bassa, adatto anche a chi non fa immersioni.

Il mare intorno Dharavandoo è veramente incontaminato, ricco di pesce di barriera, carangidi, trigoni, murene e tutto ciò che possiamo aspettarci da un mare tropicale. L’assenza di pass con forti correnti limita la presenza di squali in questa stagione, eccezion fatta per una grotta popolata dai nutrice che è stupenda. La barriera corallina ha risentito del surriscaldamento e dello tsunami, e in alcuni luoghi è ancora molto evidente, ma il mare è già al lavoro per rimediare.

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