Durante le immersioni nell’area Marina Protetta di Tor Paterno, nel mese di Luglio, abbiamo potuto osservare in diretta due polpi nel momento della riproduzione.
I polpi hanno sessi separati, ed il maschio si differenzia dalla femmina per la presenza di un braccio particolare detto “ectocotile”, un tentacolo con l’estremità a forma di cucchiaio o spatola. Durante la riproduzione il maschio infila l’ectocotile sotto il mantello della femmina trasferendo pacchetti di spermatozoi che andranno a
La dura vita del polpo
ectocotile
fecondare le uova. L’atto riproduttivo può durare circa un’ora.
Dopo la fecondazione la signora polpo, tratterrà le uova per un periodo di 30-40gg al suo interno, dopo di che verranno appese, come grappoli, alla volta delle tane. Le uova sono contenute in una sostanza gelatinosa e bianche, tanto da spiccare da sotto i tentacoli del polpo (foto 2), e si schiuderanno dopo 20-30gg entrando a far parte del plancton.
La vita del polpo dura in media due anni, e si conclude quasi sempre dopo la fase della riproduzione, sia per le femmine che per i maschi.
La femmina durante il periodo della riproduzione e dopo aver deposto le uova, non si allontana mai dalla tana, la sua attività è quella di proteggere le uova dagli attacchi di intrusi e voraci pesci, quali le donzelle e gli sciarrani, e di ossigenarle tramite l’uso continuo del sifone. Quindi in questi due o tre mesi non si nutrirà e contemporaneamente la sua attività sarà davvero estenuante. Perderà così tutte le sue energie vitali, e dopo aver portato a termine la sua missione, la schiusa della uova, unico e solo scopo della sua breve vita, uscirà dalla tana completamente debilitato, privo di forze, ed in balia dei predatori. Mi è capitato qualche anno fa, durante un’immersione alla boa 1, di vedere una mamma polpo che aveva appena compiuto la sua missione, era biancastra, e si muoveva a malapena, più che altro sembrava spinta dalla corrente, fino a quando precipitando sulla parete, rimase appesa con i tentacoli incastrati tra due gorgonie. Con mio grande stupore notai che il povero polpo era seguito da una murena, che stazionava, in attesa, a circa 50 cm da quella che doveva essere una facile preda. Non solo, dal basso una grande cernia si avvicinava, e nuotando lentamente, forse disturbata dalla mia presenza, rimaneva un po’ in disparte, ma il suo pensiero era chiaro. I primi ad attaccare furono un gruppo di grossi saraghi, che scatenarono la frenesia alimentare, la murena sferrava due grossi morsi tentando di portarsi via la preda ormai priva di difese. Castagnole, sciarrani, donzelle, approfittavano del banchetto, accontentandosi dei frammenti in sospensione. Il ciclo della natura stava compiendosi, quando decisi di scattare una foto dell’evento. Quindi mi avvicinavo, ma la mia intrusione non fu ben accolta, e predatori grandi e piccoli si allontanavano. Rimaneva soltanto la massa inerme del polpo , in attesa che il destino si compiesse.
I polpi maschi non sono più fortunati delle femmine, anche per loro il periodo dell’accoppiamento coincide con una fase di crisi delle energie vitali. Il polpo deve difendere il territorio dagli intrusi della sua specie, dovrà conquistare la sua femmina, e raggiungere una certa mole per non rischiare in primis di diventare preda delle femmine. Anche il polpo maschio sarà stremato, al termine di questo periodo, forse più della femmina, diventando facile preda per murene, gronghi, e cernie.
Il periodo della riproduzione varia secondo le zone, in generale va da marzo ad ottobre, il peso medio delle femmine in grado di produrre uova è di 1-1,5 kg, in genere raggiungibile in un anno.
Se vedete polpi privi di qualche tentacolo è la dimostrazione che sono stati attaccati da qualche predatore. Il polpo preferisce perdere qualche tentacolo che la vita, infatti è dotato di grandi capacità rigenerative, ed i tentacoli ricresceranno.
Cosa mangia il polpo? Pesci, se riesce a catturarli, molluschi, compresi altri polpi, ma il suo cibo preferito sono i crostacei, lo sanno bene i pescatori che usano come esca un bel granchione da infilare sulla polpara.
spero che la conoscenza di questi dettagli possa infondere nei subacquei un maggior rispetto di questa specie, spesso tirato fuori dalla tana con violenza, maltrattato, usato come palla, o per farne un trofeo fotografico. Una volta ho assistito ad una scena che dovrebbe far riflettere. Ero in immersione a Giannutri e seguivo una guida che aveva una gran voglia di mostrare quanto era bravo. Vedo un bel polpo in tana, e attiro l’attenzione del gruppo, tutti si avvicinano a guardare, poi la guida se ne accorge e infila la mano nella tana e comincia a tirare. Il gruppo è esterrefatto, non capisce cosa stia accadendo. La mano della guida esce dalla tana ma non c’è il polpo, solo un tentacolo e qualche brandello di carne. Una compagna d’immersione ha un sussulto, mi avvicino e non ho dubbi, sta piangendo e per questo respira male. Cerco di calmarla, e piano piano la porto verso la superficie. Sento la trombetta della guida che richiama la mia attenzione ma non mi giro, ed è stato meglio così.