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Notturna a Mgar ix-Xini, Gozo

 

Gozo è il posto ideale per chi vuole immergersi da terra o in piena autonomia, i Diving Center si avvalgono di fuoristrada con cui riescono ad arrivare vicinissimi ai punti d’immersione, se invece abbiamo noleggiato un’auto e godiamo di una certa esperienza subacquea, potremmo decidere noi dove e quando fare immersioni. Occorre ascoltare il briefing delle guide ed avere una mappa dettagliata dell’isola. Con Paola, la mia compagna di viaggio, optiamo per questa seconda scelta. Ci fermiamo presso il Frankie’s Gozo Diving Centre, dove è possibile alloggiare e mangiare, in un ambiente molto informale. Sulla parete del ristorante c’è la mappa dell’isola dove sono indicati dettagliatamente tutti i punti d’immersione. La nostra attenzione si ferma su un’insenatura profonda simile ad un fiordo norvegese, nota come Mgar ix-Xini, vicino c’è scritto “sea horse”. Frankie, il proprietario del diving, ci spiega che è un posto molto bello, e spesso vi si incontrano i cavallucci marini, la nostra passione! Il tempo di caricare le attrezzature in macchina e siamo sulla strada per Mgar ix-Xini. Dopo aver percorso una stradina stretta e tortuosa per un paio di chilometri, ci ritroviamo nel cuore dell’insenatura. Alte pareti rocciose si protendono verso il mare a formare questo bellissimo fiordo mediterraneo, l’acqua è trasparente e calma, le voci delle poche persone presenti rimbalzano da una parte all’altra della caletta, in un’atmosfera che sa di altri tempi. Ci godiamo un pò di relax, così tra un bagno e l’altro facciamo anche un giro d’esplorazione con maschera e pinne. Ci viene un’idea! “ un immersione notturna qui, dovrebbe essere meravigliosa”. In attesa che il sole tramonti ci prepariamo a tuffarci nel blu di una notte speciale. Finalmente le stelle si accendono, l’acqua è calda, 28 gradi, la superficie del mare incredibilmente piatta, siamo rapiti da una insolita sensazione di pace e tranquillità, e per non turbare questa quiete, scivoliamo silenziosi sotto la superficie accompagnati dalla luce delle nostre torce. Ci dirigiamo verso la parete sinistra, ovunque c’è qualcosa che salta, scappa e si nasconde. Dalla sabbia spuntano le teste di tante piccole anguille, chiare, quasi trasparenti, non sono spaventate e si lasciano avvicinare. Più in là un gruppetto di mormore e triglie grufola sul fondo sollevando una nuvola di sabbia, mentre uno scarlatto paguro bernardo scappa a zampe levate con la sua casa-conchiglia ricoperta di attinie. Non sarà un caso che a pochi metri un polpo si aggira furtivo, sicuro di rimediare un bel boccone. Avanza lentamente con i tentacoli, forse vorrebbe cercare un riparo, ma c’è solo sabbia e allora si appiattisce sul fondo e magia…svanisce, beh!! diciamo che questa volta il trucco non riesce proprio bene, così togliamo il disturbo per non infastidirlo. Siamo a circa 12 metri di profondità, sulla parete si apre una profonda caverna, entriamo per alcuni metri attratti da uno grande spirografo che mostra la corona dei tentacoli striata di giallo, viola, arancione e blu. Uscendo dalla grotta un guizzo tradisce un pesce civetta, che catturato dalla torcia si ferma e distende le pinne pettorali, sono bellissime, ricordano i variopinti ventagli delle dame di un tempo. Decidiamo di passare sull’altro costone roccioso, quello di destra, attraversando il canale di sabbia. Sul fondo tra la sabbia spunta una vecchia cima incrostata tutta colonizzata da flabelline viola. Ci godiamo lo spettacolo, fino a che la mia torcia inizia a lampeggiare. Mentre risaliamo penso ai cavallucci marini, con tante cose da vedere sono passati in secondo piano e non abbiamo avuto il tempo di cercarli!!!

 

 

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